Il Portavoce regionale Gianni Leggieri, portavoce M5S, attraverso un’interrogazione al Presidente Pittella e all’assessore Berlinguer, torna sulla questione del comune di Castelluccio Superiore, oggetto di procedimento penale che vede indagati a vario titolo circa 35 persone tra politici, amministratori, tecnici e imprenditori.
Si tratta di Casa Pizzo, la nuova casa comunale di Castelluccio S. riqualificata con lavori finiti sotto inchiesta non soltanto per il loro anomalo iter amministrativo, la cui realizzazione risulterebbe agli organi inquirenti illegittima, ma anche perchè ritenuta pericolosa dal punto di vista strutturale. Nell’interrogazione si riporta la perizia di uno dei maggiori esperti in materia, l’ing. Prof. Nicola Augenti, nelle cui conclusioni lascerebbe poco spazio a interpretazioni: Casa Pizzo è pericolosa.
Inoltre, se si considera che i fondi utilizzati sono quelli stanziati per i terremoti del 1980 e del 1998, vincolati a opere di ristrutturazione, vien da chiedersi come mai questi siano stati utilizzati, invece, per la realizzazione di una nuova struttura: in pratica si è costruito invece che ristrutturare. Atteso che è compito della magistratura occuparsi dei risvolti penali che comporta la vicenda, Leggieri chiede lumi su eventuali responsabilità degli uffici regionali preposti al controllo.
In particolare si chiede per quali motivi gli uffici della Regione Basilicata, in primis quelli del Dipartimento Infrastrutture, nonché quelli del Genio Civile di Lagonegro non hanno vigilato e/o controllato sulla correttezza dei progetti depositati e sulla loro conformità alle norme tecniche vigenti come quelle contenute del DM 2008. Inoltre, nell’interrogazione viene chiesto se i predetti uffici siano o meno in grado di dichiarare se le opere di cui trattasi costituiscono pericolo per la pubblica e privata incolumità.
Il MoVimento 5 Stelle monitorerà la questione in maniera costante e continuerà a farlo chiedendo conto a tutti gli organi pubblici coinvolti, nessuno escluso.
Il Capogruppo M5S Basilicata
Gianni Leggieri