Ormai siamo abituati alle barzellette sul petrolio raccontate da esponenti della maggioranza di governo a vari livelli. L’ultima in ordine di tempo è stata raccontata dal  sottosegretario alle politiche Agricole Alimentari e Forestali, on. Giuseppe Castiglione (NCD) il quale, nel corso di un incontro pubblico tenutosi presso la sede del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano a Marsico Nuovo, ha sostenuto la compatibilità tra agricoltura ed attività estrattive sullo stesso territorio.

Il modello dovrebbe essere quello della Val d’Agri secondo il sottosegretario Castiglione e, probabilmente, anche secondo gli altri esponenti politici locali presenti al tavolo della presidenza.

Nello specifico il sottosegretario ha affermato che è necessaria una “comunicazione più forte ed efficace capace di vincere chi sostiene che produrre in Val d’Agri sia un danno per le produzioni agricole, e questo va fatto spingendo sulla tracciabilità, sulla qualità dei prodotti e sulla presenza del Parco che costituisce un valore aggiunto”.

In sostanza, secondo il sottosegretario (ma ormai questa è una posizione da tempo portata avanti da diversi esponenti del partito di Renzi, anche a livello regionale), la colpa dei disastri registrati dalle economie locali a causa della installazione dei pozzi petroliferi è da ricondurre alle denunce sui rischi e sui pericoli lanciate dagli ambientalisti e tutto questo potrebbe essere superato con una sana propaganda pro trivelle.

Si tratta con tutta evidenza di un ragionamento allucinante che la dice lunga sulla spregiudicatezza del Governo Renzi e sul rispetto dei cittadini. Piuttosto che pensare a tutelare la salute pubblica e a salvaguardare l’ambiente e la bontà dei prodotti agricoli, ci si preoccupa di fare una sana campagna di propaganda per nascondere la verità e invogliare all’acquisto dei prodotti agricoli prodotti a ridosso di trivelle.

Un modello di sviluppo e di economia che sicuramente ci aspetteremmo da un dirigente di una delle compagnie petrolifere che lucrano nella nostra terra, ma non di certo da un sottosegretario alle politiche agricole del Governo italiano che invece dovrebbe avere ben altri interessi da tutelare e salvaguardare.

Ma ormai siamo abituati ad avere a che fare con tali personaggi, come siamo abituati ai grandi paradossi di questa Regione dove è possibile trovare un pozzo petrolifero persino in un’area protetta, dove si ritiene che petrolio ed estrazioni petrolifere siano addirittura compatibili con il turismo e la promozione di un territorio, dove nonostante l’oro nero la situazione economica della regione è a dir poco disastrosa.

Certo, come lucani siamo ormai abituati a questi signori che vengono a impartirci lezioni su cosa è buono e giusto per noi. Siamo abituati ad ascoltare i sermoni di personaggi che nulla sanno della nostra terra e che però si permettono il lusso di venire a dirci cosa è più giusto per noi . Ma che questi signori possano fare questo senza che dai politici regionali si alzi una minima voce di disappunto, è davvero inaccettabile.

Ad ogni buon conto, invitiamo questi dispensatori di massime e di lezioni sulla possibile convivenza delle attività estrattive con la normale vita di una comunità a trasferirsi in Val d’Agri e magari a prendere a scambiare le loro lussuose e tranquille case con quelle di una delle tante famiglie che vuole scappar via perché ormai vivere in quella terra è diventato impossibile. Magari dopo questo gemellaggio culturale proviamo a riparlarne di come sia bello vivere sotto un pozzo petrolifero o nei pressi del centro oli di Viggiano e se realmente sia possibile fare agricoltura, turismo e altro in una terra invasa dalle trivelle.

Il  Portavoce Capogruppo M5S Basilicata
GIANNI LEGGIERI

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