In Basilicata la buona amministrazione della cosa pubblica è affidata alla Corte dei Conti.
L’ultimo caso dell’avvocato che supera un concorso pubblico da funzionario per poi diventare dirigente non può passare inosservato. Ma il caso di Maria Pia LAVIERI, protagonista di tale vicenda in ASP, è assai più articolato e va ben oltre la pur prossima e prevedibile sentenza della Corte dei Conti in merito.
Già solo la storia di favoritismi clientelari, di una vincitrice di concorso da funzionario ma che deve diventare dirigente ad ogni costo e che per questo le si crea una nuova funzione dirigenziale non prevista in pianta organica con i connessi oneri finanziari, in poche parole denaro pubblico, è riprovevole di per sé. Ed è auspicabile che i membri del “collegio di conciliazione” ed i vecchi vertici dell’ASP, autori “dolosamente” di tale scempio, a detta del procuratore dott. Michele Oricchio, siano oggetto di sanzioni che vadano ben oltre la condanna della magistratura contabile.
Ma la vicenda dell’avv. Maria Pia LAVIERI, non si ferma qui. Nel 2011, chiamata direttamente dall’allora direttore Andrea FRESCHI, la ritroviamo nella madre di tutte le vergogne dell’amministrazione pubblica lucana: ovviamente, quell’ARBEA che oggi ha solo cambiato nome, mascherandosi da UECA (Ufficio Erogazioni Comunitarie in Agricoltura).
Nemmeno un mese dopo la chiamata diretta, la ritroviamo ad occuparsi delle domande di beneficio oggetto di procedimento penale o, comunque, di attenzione da parte degli organi di polizia giudiziaria. Non vorremmo mai immaginare che sia stato maneggiando tali domande che l’avv. Maria Pia LAVIERI ha cominciato ad “acquistare credito” presso l’amministrazione regionale: ma lasciamo alle Procure competenti di appurarlo.
Perché, carte alla mano, la Regione Basilicata ha fatto di tutto, per favorire il biondo avvocato. Nel 2014, tenta di inserire un comma nella legge regionale di (finta) soppressione dell’ARBEA, per farla transumare da dirigente esterno a tempo determinato in dirigente a tempo indeterminato nei ruoli della Giunta regionale. Si badi bene, che questo avrebbe fatto dell’avv. Maria Pia LAVIERI un dirigente a tutti gli effetti, indipendentemente dalla vicenda in ASP. Qualcuno più cattivo di noi, o più semplicemente fornito di toga, potrebbe immaginare che in Regione avevano ben presente quali problemi giudiziari poneva l’aver fatto dirigente dal nulla l’avv. Maria Pia LAVIERI in ASP.
Il tentativo regionale era per la verità assai maldestro: bastava un esposto del sindacato DIRER alla Funzione Pubblica per innescare un procedimento che portava la Corte Costituzionale a dichiarare l’illegittimità del tentativo di trasferimento dell’avv. Maria Pia LAVIERI nei ruoli della Regione.
Regione che, appena appreso della sentenza della Corte Costituzionale, non potendo far transumare l’avv. Maria Pia LAVIERI come “interno”, le assegnava un incarico come dirigente “esterno”. Sistemandola all’Ufficio Affari Istituzionali e Affari Generali della Presidenza della Giunta, alle dirette dipendenze di un altro dirigente “esterno”, il Dirigente Generale avv. Vito MARSICO.
Il Movimento 5 Stelle, attraverso il suo portavoce alla regione, il consigliere Gianni Leggieri, ha già protocollato una mozione che impegna il Presidente della Giunta a intervenire attraverso le dovute azioni disciplinari nei confronti di tutti i protagonisti di questa vicenda che coinvolge tante amministrazioni pubbliche lucane.
Porterà la sua battaglia sino in fondo, ma di fronte a premesse come quelle elencate, è conscio di trovarsi di fronte ad un sistema associativo che sta dietro ed al di sopra dell’avv. Maria Pia LAVIERI, che il giorno stesso dell’appassionata arringa del procuratore contabile, ha cominciato ad escogitare il pretesto per mantenerla al suo posto.
Ci piace pensare che in questa battaglia ci sia vicina qualche persona perbene, e qualche magistratura, che ci aiuti a stanare dal suo immeritato ufficio al secondo piano del palazzo di Via Anzio l’avv. Maria Pia LAVIERI, tanto brava a farsi gli “amici”. E chi ce l’ha messa, a quel posto.
Spiccare la testa dal busto (metaforicamente…) della Maria Elena Boschi Lucana, sarebbe un segnale di rinascita per la nostra martoriata Regione. Non si tratta, solo, di recuperare quel denaro pubblico proveniente da chi per pagare le tasse è costretto a chiudere la propria attività, o peggio da chi si toglie la vita perché non può più nemmeno farlo, perché lo Stato gli ha tolto tutto.
Si tratta, anche, di rispondere al procuratore dott. Michele Oricchio, che narrando anche solo parte della vicenda dell’avv. Maria Pia LAVIERI, ha chiesto “cosa dovrebbero dire centinaia di giovani?”.
Il Portavoce regionale M5S
Gianni Leggieri