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Anche noi del Gruppo Consiliare regionale del M5S Basilicata abbiamo deciso di assistere alla seduta aperta del Consiglio Comunale di Potenza a supporto del nostro portavoce Savino Giannizzari.
Non si è fatto altro che riprendere l’oziosa discussione avviata in Consiglio Regionale del 21 aprile, con l’addenda di una stucchevole e noiosa passerella di personaggi del calibro di Vito De Filippo (condannato dalla Corte dei Conti a risarcire 2.641,52 € per “rimborsopoli”), Salvatore Margiotta (condannato per corruzione e turbativa d’asta nell’inchiesta relativa agli appalti per le estrazioni petrolifere), Roberto Speranza (il dimissionario rampollo della potente corte del PD lucano, già consigliere comunale e assessore all’urbanistica nella prima giunta Santarsiero).
Il tutto alla presenza di un serioso Presidente Marcello Pittella, di uno sconsolato De Luca e di un defilato Vito Santarsiero (per ben 10 anni Sindaco di Potenza) intento a scarabocchiare nervosamente un taccuino. Insomma, un ennesimo incontro pieno di retorica e di “annacquamento” della reale gravità del disastro provocato al Comune di Potenza da una classe politica irresponsabile e, quindi, inaffidabile. Neanche una parola sui responsabili e artefici del dissesto: è molto triste evidenziarlo, ma, ancora una volta, Potenza si conferma la “città dei misteri”.
Come si è creata l’immensa voragine nel bilancio del Comune di Potenza, un buco che ha costretto De Luca a chiedere a Pittella oltre 42 milioni di euro? Ovviamente, questa montagna di soldi è scomparsa nel nulla.
E a nulla è servito invocare che si faccia piena luce sulle responsabilità, amministrative e contabili, di questo immane caso di “mala gestio” delle finanze comunali. La classe politica dei Pittella, De Luca, Santarsiero, Margiotta, De Filippo, Speranza obbedisce ad una regola aurea: “canis canem non est”. Come al solito a pagare saranno i cittadini, per giunta, più deboli: già le imposte, le tasse e le tariffe dei servizi comunali sono al massimo previsto per legge, e chissà per quanti anni i cittadini subiranno i disservizi e la caduta verticale nella qualità della vita provocata dalla più che precaria situazione finanziaria delle casse potentine.
Ma non bisogna dimenticare il vero motivo, al netto dell’irresponsabilità ed insipienza dei politici locali: se si è arrivati a tanto è perché qualcuno ha svenduto il Paese a potentissime lobbies internazionali in nome di un concetto – l’Europa – del tutto snaturato e, di fatto, trasformato in una prigione economica.
La Grecia è solo il primo Paese che brancola nel braccio della morte e Potenza uno dei primi focolai che molto presto infetteranno l’intera penisola. E gli emissari del sistema, ieri, erano in consiglio e qualcuno di loro, il viceministro dell’Interno, suggeriva soluzioni fantasiose per bluffare (cit. Margiotta) con quel sistema di cui egli stesso è espressione. Se non si esce di prigione, il braccio della morte è lì ad attenderci tutti.