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Antipatico dire che probabilmente avevamo ragione, che c’avevamo visto giusto: a metà aprile scorso, al momento del voto in consiglio regionale per la convalida dei 20 consiglieri regionali di Basilicata (più il “governatore” Pittella), il M5S aveva reiterato la richiesta di prendere preventiva visione dei certificati penali e dei carichi pendenti di tutti i consiglieri regionali.
Facevamo bene a non fidarci delle autocertificazioni? Probabilmente sì. Il 12 maggio scorso i “Fantastici 5” – ovvero il fratello di Gianni Pittella, oggi “governatore” della Regione Basilicata, Francesco Mollica (Udc), Nicola Benedetto (Centro Democratico, ex IdV), Paolo Castelluccio e Michele Napoli (Forza Italia) – sono stati rinviati a giudizio per “Rimborsopoli” – insieme all’ex governatore De Filippo, a Luca Braia (candidato alla segreteria regionale del Pd), Roberto Falotico (candidato primo cittadino di Potenza) e ad altri 28 tra consiglieri regionali, ex consiglieri ed ex assessori esterni. Secondo la Procura di Potenza hanno speso “allegramente” per finalità esclusivamente personali soldi della Regione che dovevano servire solo per fini istituzionali. Il reato contestato è il peculato previsto dall’art. 314 del Codice Penale che prevede che “il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di danaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni”.
Già salvatisi dalla decadenza grazie ad una leggina (a firma di Cifarelli) approvata in fretta e furia il 15 gennaio scorso già nella seconda seduta ufficiale del consiglio regionale, ora i “Fantastici 5” hanno definitivamente acquisito la qualità di “imputati” in un procedimento penale nel quale si è costituita parte civile la stessa Regione Basilicata. Tutti dovranno rispondere di peculato, reato per il quale è già stato condannato a 1 anno e 6 mesi (in primo grado, giudizio abbreviato) l’ex assessore alla sanità lucana Martorano. Nel caso in cui i “Fantastici 5” siano riconosciuti colpevoli – come è già stato nel caso di Martorano per fatti del tutto simili a quelli contestati ai nostri “eroi” -, senza lo “sconto” di pena previsto per il rito abbreviato, le pene si annunciano superiori ai due anni previsti dalla legge Severino. Scatterebbe la decadenza automatica dalle cariche elettive e la conseguente incompatibilità e incandidabilità.
Il M5S di Basilicata rivolge, quindi, un appello ai “Fantastici 5”: fate come l’ex ministro dell’Energia britannico, il liberaldemocratico Chris Huhne, che, nel febbraio 2012, si dimise per quello che in Basilicata viene considerata davvero “fesseria”: era venuto a galla che Huhne aveva cercato di perdere punti sulla patente attribuendo a sua moglie una multa per eccesso di velocità. Altro che l’imputazione per peculato!
Quindi, “Fantastici 5”, una volta tanto, dimostrate spessore umano e politico dei politici di caratura “europea”: liberate la Basilicata e dimettetevi, ora!