Il Punteruolo Rosso della palma (Rhynchophorus ferrugineus Olivier, 1790) è un coleottero curculionide, originario dell’ Asia , micidiale parassita di molte specie di palme. E’ originario della Melanesia, dove è responsabile di seri danni alle coltivazioni di Cocos nucifera. A seguito del commercio di esemplari di palme infette la specie ha raggiunto negli anni ottanta gli Emirati Arabi e da qui si è diffusa in Medio Oriente. Questo benedetto coleottero deve dare proprio fastidio all’Italia intera dalle alpi alla Sicilia se tutti gli hanno dichiarato guerra aperta, da trasmissioni note come “striscia la notizia” a vari articoli sui giornali, che abbracciano lo stivale in lungo ed in largo.
Convegni e congressi si succedono ad Amalfi come al Circeo. In Basilicata deve essere veramente pericoloso se viene apertamente menzionato da politici tanto comunali quanto regionali. Numerose sono state le interpellanze (non molte) di alcuni consiglieri (in verità solo uno) per discutere questa catastrofe biblica. In particolare, in merito all’emendamento discusso, nella seduta consiliare pubblica di martedì 5 giugno 2012 e votato all’unanimità, il consigliere affermava: Presidente, per portare a conoscenza di questa invasione di questo coleottero che sta distruggendo il patrimonio arboreo. Questo coleottero, che viene dalla Malesia, ormai ha colpito l’Europa ed è in Italia. …..
Intanto vorrei sapere chi avrà il coraggio di dire al consigliere che si tratta della Melanesia e non della Malesia, nello stesso tempo viene spontaneo chiedersi come mai i nostri consiglieri regionali abbiano trovato unanimità sia su questo “fastidioso” insetto che sui benefici della casta.?
Pare, inoltre, che questo coleottero non faccia dormire sonni tranquilli, non solo ai consiglieri regionali (Navazio), ma anche ad amministratori locali e tutti sono convinti che questo temibile e micidiale coleottero possa distruggere un patrimonio: “E’ nostro dovere tutelare il patrimonio paesaggistico – afferma Navazio.
Domanda: qualcuno ha mai proposto una soluzione per gli uliveti che vengono abbandonati e/o incendiati? Non sono queste le piante che rappresentano il nostro “storico patrimonio”? E non dovrebbero rappresentare patrimonio storico le arance “staccia” di Tursi? Oppure “La Majatica di Ferrandina”, definita da Wikipedia come una delle varietà storiche dell’olivicoltura da mensa italiana? E non si dovrebbero trovare opportuni rimedi, ad esempio in merito, al perché la superficie agricola utilizzata nella nostra regione abbia subito un taglio di 64.611 ettari, con la conseguente chiusura di oltre 26.000 aziende? Notare che le soluzioni proposte non solo sono sempre le stesse, ossia pioggia di danaro pubblico , ma soprattutto da rilevare che la discussione è stata fatta nella stessa seduta …di cui sopra.
Per concludere la regione Campania è intervenuta su richiesta dei comuni di Eboli e Capaccio. “Le piante che verranno messe a dimora in sostituzione delle palme sono per lo più autoctone ed individuate in base ad una precisa scelta di salvaguardia della biodiversità dell’ecosistema locale”. Chi ha il coraggio di spiegare al consigliere l’efficacia di una cosa del genere?