Spettabile Presidente del Consiglio Regionale di Basilicata,
le scrivo in qualità di primo promotore della proposta di legge di iniziativa popolare avente come oggetto modifiche alla Legge Regionale 29 ottobre 2001, n. 38 “Testo unico in materia di indennità di carica, di funzione, di rimborso spese, di missione, di fine mandato e di assegno vitalizio spettanti ai Consiglieri Regionali della Regione Basilicata”.
Il 5 aprile scorso il comitato promotore della proposta di legge (che abbiamo per semplicità chiamato “Zero Privilegi”), costituito da attivisti del Movimento 5 Stelle, ha consegnato presso la Segreteria dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale 3.849 firme di cittadini lucani a sostegno della stessa.
L’Ufficio di Presidenza ha convalidato la proposta di legge validando 3.686 firme tra quelle raccolte e dichiarandone la regolarità ai sensi dell’art. 63 dello Statuto Regionale. Lo stesso Ufficio di Presidenza ha, quindi, trasmesso la delibera di convalida all’ufficio segreteria dell’assemblea regionale per l’assegnazione alla Commissione Consiliare competente, che avrebbe dovuto esaminare la proposta di iniziativa popolare ai sensi e per gli effetti della legislazione regionale vigente in materia (Regolamento interno del Consiglio Regionale di Basilicata, art. 66).
Rispettabilissimo Presidente, oggi 4 luglio, trascorsi tre mesi dalla data di presentazione della proposta di legge faccio appello agli artt. 66 e 67 dello Statuto della Regione Basilicata e le chiedo il rispetto della norma a riguardo: che la proposta di legge sia iscritta di diritto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Regionale, discussa nella prima seduta, con precedenza su ogni altro argomento.
Non essendoci più tempo utile per ascoltare il comitato promotore in sede di Commissione Consiliare ritengo necessario, egregio Presidente, che un rappresentante del comitato illustri la proposta di legge con apposita relazione all’atto di apertura dei lavori dell’assemblea, preliminarmente alla discussione della proposta di legge stessa.
Colgo l’occasione per salutarla e augurarle buon lavoro, possibilmente con zero privilegi.