Come sappiamo, questi mesi per l’Italia e in particolare per la Basilicata sono stati mesi caldi. La questione degli immigrati ci ha visto protagonisti di vicende da evitare e colpevolizzare ma anche di esempi da seguire. A Palazzo San Gervasio (PZ) sono circa 500 gli immigrati “contenuti” in un’area di 12000 metri quadrati, e sempre Palazzo detiene interamente il numero di immigrati assegnati alla Regione Basilicata. Per fortuna le associazioni di volontariato, i comitati cittadini e le forze dell’ordine stanno garantendo al tempo stesso sicurezza e soprattutto una permanenza per quanto possibile dignitosa.
Ma la situazione di improvvisa emergenza, oltre che dal Governo, poteva essere gestita al meglio anche dalle nostre amministrazioni? Il sindaco di Palazzo San Gervasio non poteva far altro che eseguire le disposizioni impartite dal Ministero dell’Interno, ma gli amministratori della Regione Basilicata? Fin’ora abbiamo ascoltato soltanto critiche rivolte al Governo per quanto riguarda la gestione di questa situazione e al tempo stesso elogi ai lucani che si sono dimostrati ancora una volta solidali e accoglienti. Ma si poteva fare dell’altro al fine di gestire a livello regionale la situazione nel migliore dei modi? Per rispondere a questa domanda non bisogna affidarsi alle nostre coscienze o ai nostri pensieri, ideali e competenze, basta guardare l’operato di altre Regioni, come ad esempio la Toscana amministrata dal Presidente Enrico Rossi, di coalizione del Pd proprio come il nostro Presidente De Filippo. In 24 ore, Rossi, è riuscito a far approvare dal Ministro Maroni il suo piano per l’accoglienza degli immigrati: dividere la quota assegnata alla sua Regione in piccole parti da smaltire in più località dell’area toscana. Settignano 10 immigrati, Sesto Fiorentino 30 immigrati nei locali della Parrocchia di Santa Maria a Morello entrambe gestite dalla Caritas e dall’amministrazione comunale, 60 a Livorno, 40 a San Marcello Pistoiese questi, ancora una volta gestiti dalla Caritas, 100 al Calambrone, 45 a Montieri, 90 a Massa Marittima, 15 ad Empoli presso la Misericordia ed infine 5 a Scandicci. In forse altri 4 luoghi toscani.
Come si può notare sono stati ripartiti fin’ora 495 immigrati in 9 località differenti assicurando loro un eccellente stato di igiene e di salute ma anche un maggior controllo da parte degli organi di sicurezza. È bene ricordare che stiamo parlando di uomini, di gente come noi, pertanto garantire loro una permanenza dignitosa con condizioni di vita pari alle nostre sarebbe l’obiettivo che oggi la Regione Basilicata dovrebbe raggiungere, e solo allora sarà possibile esprimere un elogio per la solidarietà dimostrata.
Tutto questo perché gli immigrati che stiamo accogliendo in questo momento vivono ammassati tra loro in una sessantina di tende e come sappiamo per loro è vietato uscire dal campo d’accoglienza, recintato come un ovile, nel quale lo spazio libero a loro disposizione è troppo piccolo.
Spero che questa situazione a mio avviso critica venga risolta immediatamente e che il Presidente della Regione Basilicata prenda in considerazione anche quel che fanno di buono le altre regioni.
Ma la situazione di improvvisa emergenza, oltre che dal Governo, poteva essere gestita al meglio anche dalle nostre amministrazioni? Il sindaco di Palazzo San Gervasio non poteva far altro che eseguire le disposizioni impartite dal Ministero dell’Interno, ma gli amministratori della Regione Basilicata? Fin’ora abbiamo ascoltato soltanto critiche rivolte al Governo per quanto riguarda la gestione di questa situazione e al tempo stesso elogi ai lucani che si sono dimostrati ancora una volta solidali e accoglienti. Ma si poteva fare dell’altro al fine di gestire a livello regionale la situazione nel migliore dei modi? Per rispondere a questa domanda non bisogna affidarsi alle nostre coscienze o ai nostri pensieri, ideali e competenze, basta guardare l’operato di altre Regioni, come ad esempio la Toscana amministrata dal Presidente Enrico Rossi, di coalizione del Pd proprio come il nostro Presidente De Filippo. In 24 ore, Rossi, è riuscito a far approvare dal Ministro Maroni il suo piano per l’accoglienza degli immigrati: dividere la quota assegnata alla sua Regione in piccole parti da smaltire in più località dell’area toscana. Settignano 10 immigrati, Sesto Fiorentino 30 immigrati nei locali della Parrocchia di Santa Maria a Morello entrambe gestite dalla Caritas e dall’amministrazione comunale, 60 a Livorno, 40 a San Marcello Pistoiese questi, ancora una volta gestiti dalla Caritas, 100 al Calambrone, 45 a Montieri, 90 a Massa Marittima, 15 ad Empoli presso la Misericordia ed infine 5 a Scandicci. In forse altri 4 luoghi toscani.
Come si può notare sono stati ripartiti fin’ora 495 immigrati in 9 località differenti assicurando loro un eccellente stato di igiene e di salute ma anche un maggior controllo da parte degli organi di sicurezza. È bene ricordare che stiamo parlando di uomini, di gente come noi, pertanto garantire loro una permanenza dignitosa con condizioni di vita pari alle nostre sarebbe l’obiettivo che oggi la Regione Basilicata dovrebbe raggiungere, e solo allora sarà possibile esprimere un elogio per la solidarietà dimostrata.
Tutto questo perché gli immigrati che stiamo accogliendo in questo momento vivono ammassati tra loro in una sessantina di tende e come sappiamo per loro è vietato uscire dal campo d’accoglienza, recintato come un ovile, nel quale lo spazio libero a loro disposizione è troppo piccolo.
Spero che questa situazione a mio avviso critica venga risolta immediatamente e che il Presidente della Regione Basilicata prenda in considerazione anche quel che fanno di buono le altre regioni.
Marco Giordano